romanzo

La luce dell’equatore

Si sentiva un privilegiato ad assistere a un simile spettacolo. Per quanto giovane, era consapevole della fortuna di vivere in un posto del genere, in quel periodo, ed era abbastanza saggio da goderselo. Ogni volta che poteva.

L’idea del romanzo

Il libro nasce con l’idea di poter raccontare una storia, ispirata a quegli uomini coraggiosi, i quali ci hanno lasciato, come molti altri migranti del secolo scorso, dei diari di viaggio fonti di grande ispirazione. Il protagonista del romanzo identifica l’uomo esploratore, colui il quale è andato alla ricerca di fortuna in un Paese completamente sconosciuto, lontano dalla sua terra e senza sapere se sarebbe tornato. Ha intrapreso un’avventura che si è conclusa con un’impresa, con quello spirito che si fonda sul rischio, che prevede un impegno sovrumano che non sempre porta a dei risultati positivi. Ognuno di noi può immedesimarsi in Alessandro Testa, con le sue paure umane e le sue ambizioni. La lettura di questo romanzo è un’immersione totale nell’epoca, mentre lo si legge se ogni tanto si chiudono gli occhi si riesce a immaginare com’era una volta; si sentono gli odori e profumi, per rivivere nel presente un passato che è parte della nostra storia e della nostra vita, anche se nella quotidianità non ce ne rendiamo conto.

Tra le pagine, si potrà rivivere la loro esperienza, i loro sacrifici e le loro conquiste, in un intreccio di storie di vita quotidiana e grandi avvenimenti storici. Un libro che porterà il lettore in un viaggio emozionante alla scoperta di un'epoca lontana, di un continente affascinante, ma molte volte senza scrupoli.

Sinossi

Africa è un nome scritto da oltre un secolo nel destino di molte famiglie di Roasio, un piccolo paese in provincia di Vercelli.

Alessandro Testa, ventenne ambizioso, abbandona l’Italia per raggiungere il fratello maggiore in Nigeria.

Sono gli anni che precedono la Seconda guerra mondiale e quei ragazzi rappresentano, con l’avventura nel sangue e il coraggio nel cuore, quella generazione di giovani, la seconda dopo l’Unità d’Italia, che sono emigrati per cercare qualcosa che in patria non trovavano.

In un contesto storico mondiale così incerto, partire per un nuovo continente era davvero un grande azzardo.

Gli italiani partiti per l’Africa nei primi anni del XX secolo andavano incontro all’ignoto, alle malattie e alla solitudine, prendendo poi consapevolezza che il loro destino, più che alla sorte, era affidato al vero sovrano del continente; a quel sole che, senza curarsi delle sorti degli uomini, sorge ogni giorno celebrando il trionfo di una natura potente che ha sicuramente il sopravvento su tutta la razza umana.

Pochi di quei ragazzi hanno fatto fortuna, molti sono tornati a casa sconfitti, altrettanti sono morti e qualcuno è diventato uomo.